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Siamo rientrati alla base da poco e ancora abbiamo sulla pelle il sale del mare e in testa stampate tutte le istantanee e le emozioni vissute in questi giorni.
Grazie ad uno scambio fra ricercatori, conosciamo ormai da anni alcuni membri del team di TartAmare a Grosseto, un centro di recupero per tartarughe marine e di formazione; quest’anno abbiamo deciso di fare uno scambio di competenze: un loro specialista l’ingegnere Daniele Pagli ha tenuto da noi lo scorso maggio, un bel laboratorio a tema per bimbi e adulti, eventi molto graditi che hanno visto grande partecipazione. Pochi giorni fa lo scambio si è concluso con un corso introduttivo alla didattica delle scienze tenuto da noi e rivolto ai loro volontari, ragazzi universitari molto giovani e appassionati, oltre ad un evento divulgativo per famiglie il giorno dopo. Dico concluso, ma in realtà ci siamo innamorati di questa realtà e la storia è solo all’inizio!
Tutti i ragazzi e le ragazze che ogni giorno e per tutto l’anno lavorano duramente a questo progetto, sono persone davvero meravigliose e sono onorata di aver passato del tempo con loro e che loro abbiano voluto condividere questo percorso anche con me. In primis la responsabile scientifica ed educatrice ambientale la dott.ssa Luana Papetti naturalista, che ci ha accolto a braccia aperte e con cui progetteremo un percorso di gemellaggio per dare un seguito concreto a quest’esperienza. L’ing. Daniele Pagli che si occupa dell’analisi dei dati, soprattutto delle previsioni di schiusa delle uova nei nidi. Martina educatrice e addetta alla logistica che mi ha formato e fornito tante importanti dettagli per operare al meglio, infine i ragazzi e le ragazze e volontarie stagionali, che contribuiscono alla buona riuscita del lavoro quotidiano. Ci sono tanti altri professionisti nell’associazione, ma mi riservo di conoscerli meglio durante le mie prossime visite.
Cosa mi aspettavo? Un lavoro molto duro, so cosa significa fare ricerca e quanto si deve attendere prima di vedere con i propri occhi un segno tangibile. Cosa ho visto in realtà? Tantissimo! Posso dire di aver scelto un periodo fortunato, ho avuto la possibilità di accompagnare gli esperti nel piazzamento dei data-logger, dispositivi di rilevamento della temperatura con cui poi si fanno le previsioni di schiusa. Ho assistito all’apertura di un nido già schiuso: il digging, ho potuto comprendere quindi come si analizza il successo di schiusa e come si conclude il lavoro sul nido, ma l’esperienza che mi ha segnato di più in assoluto è stata quella di sorveglianza notturna.
Cosa significa? I volontari dal momento che il nido entra nel periodo di “possibile schiusa delle uova” viene monitorato h24, significa che non viene mai perso di vista, sia sotto il sole cocente di agosto, sia di notte. Al primo cenno di movimento, (quando cioè i piccoli da sotto, iniziano a schiudere e smuovono la sabbia per uscire), si attiva l’allerta massima, in attesa dell’imminente e strabiliante spettacolo dell’emersione e della corsa verso il mare di tanti piccolissimi tartarughini, uno spettacolo che fa venire la pelle d’oca per l’emozione. Io ho potuto sorvegliare un nido già schiuso, non si sa mai ci potrebbero essere dei ritardatari, e insieme a Maria, Daniele e Diego abbiamo vegliato tutta la notte. Non si può descrivere a parole cosa significa passare una notte sulla spiaggia, fare il proprio turno e poi addormentarsi con il suono dolce delle onde che ti culla, fare il bagno di notte e poi all’alba appena sveglia, il sapore del sale e la consapevolezza di aver appena fatto qualcosa di molto importante; la salvaguardia di queste specie minacciate ha bisogno dell’aiuto di tutti, mi sento di aver contribuito per un pezzettino. Torno a casa con una prospettiva più ampia, con la certezza che se si vuole si può fare la differenza e che ci sono tante persone fantastiche a questo mondo che come noi agiscono concretamente, amano, imparano e condividono.
Grazie e a presto!
Debora
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